Berlino. Sono assolutamente convinto che vada vissuta con uno spirito ben preciso.
Berlino è più di una città, è un modo di vivere. I metereopatici ad esempio, avrebbero qualche difficoltà, il meteo cambia potenzialmente ogni ora. D'altronde è perfettamente in linea con il suo essere: costantemente in evoluzione.
L'aria che si respira è profondamente tedesca: ordine e razionalità. Conscia della sua forza ma senza nascondere la sua forte anima redenta. Non ci si può non accorgere di quanto assiduamente Berlino chieda scusa per il passato del suo popolo. E questa è una chiave di lettura essenziale per apprezzarla a pieno.
Il Memoriale dell'Olocausto, il Museo Ebraico sono solo le più evidenti e commoventi delle lettere di perdono sparse per le strade affollate della capitale tedesca.
Ma non bisogna farsi troppo ingannare dalla parte forse un pò triste della sua anima.
Berlino è viva, vivissima. C'è un eterno movimento; il design moderno di Potsdamer Platz e del Bundestag danno la sensazione di un futuro non troppo imminente, contrapposto a zone dal gusto seventies come il bellissimo Hackescher Markt.
Berlino è giovane. Lo dico da ventisettene. Girare per Berlino è un pò come sentirsi a casa. E a quanto pare molti giovani la pensano allo stesso modo. E' una città enorme, ma tutto è a misura d'uomo. Tutto funziona a dovere e il trascorrere del tempo qui è direttamente proporzionale alla sensazione di poterci costruire un futuro.
Quattro giorni sono pochi per dare un giudizio del genere, voi direte.
Ma finchè non la provate, anche solo per poco, non lo capirete. Berlino colpisce duro. E come dopo ogni colpo duro, nasce una consapevolezza precisa. La mia è che ci voglio tornare il prima possibile.
E smettila di chiedere scusa, cara Berlino, Io ti perdono.